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Quattro amici che danzano sul pentagramma della vita. L'amicizia fragile, l'amore rubato, la banalità del male, la colpa e il perdono, la memoria che confonde e depista, lo spettro della malattia come spartiacque fra ciò che è stato e ciò che resta. Un racconto a più voci, intenso e struggente, come le note di una canzone jazz che risuona, con le sue armonie e le sue dissonanze, tra le pieghe di tante vite che sono anche la nostra. Perché nel perenne girovagare c'è sempre un crocicchio, un angolo di strada per ritrovarsi. O per continuare a perdersi, nella certezza comunque di aver vissuto.